Guy Bourdin: il fotografo che cambiò la moda

Guy Bourdin è oggi riconosciuto come uno dei più grandi fotografi di moda di tutti i tempi. Fuori dagli schemi, onirico e tetro le sue fotografie sono assolutamente uniche. A quasi venticinque anni dalla sua morte, è stata organizzata una grande retrospettiva chiamata Image-Maker, visitabile fino al 15 marzo alla Somerset House di Londra. Assolutamente imperdibile!

 

Guy Bourdin è stato uno dei fotografi di moda più controversi del suo tempo capace di scatti unici,  frutto di una mente complessa e di una storia personale intrisa di dolore.  Bourdin fu, infatti, abbandonato a Parigi dalla madre quando aveva solo un anno e adottato da Maurice Désiré Bourdin che cercò di allevarlo con l’aiuto di sua madre. Nella sua carriera iniziata come cadetto della French Air Force durante il servizio militare a Dakar fino al successo e alle grandi pubblicità su Vogue Bourdin si è sempre rifiutato di esporre le sue fotografie in mostra. È infatti un avvenimento che, ormai a quasi venticinque anni dalla sua morte, sia stata organizzata una grande retrospettiva chiamata Image-Maker, visitabile fino al 15 marzo alla Somerset House di Londra.

 

 

Foto di Guy Bourdin. Vogue Paris, 1979

 

 

Le donne per Guy Bourdin sono sempre state invisibili, ossessionanti e ritratte spesso per parti scomposte.  Una delle sue prime foto pubblicate, la modella posa in haute couture sotto numerose teste di vacche macellate. È stato proprio con questa sua visione alle volte macabra del mondo che il fotografo ha fatto la storia della fotografia dimostrando la vicinanza della moda all’arte. Fotografie che raccontano di un uomo che aveva come unico ricordo della madre una donna molto truccata, con i capelli rossi accesi e molto pallida. La sua idea di donna, imperdonabile e meschina, fu il successo delle sue foto sempre di forte impatto, sempre leggermente inquietanti. 

 

 

 

Foto di Guy Bourdin per Vogue Paris, maggio 1970.

 

 

 

Folle genio riuscì a negare gli elementi essenziali della moda scomponendoli creando delle finizioni oniriche e delle visioni spettrali. Fu Guy Bourdin il primo fotografo di moda della storia a dare più importanza all’immagine che al prodotto. Da lui, dalla sua interpretazione nacque quella che oggi è la fotografia di moda:  dagli scenari inconfondibili alla maestria dei più grandi fotografi e pubblicitari del nostro tempo.

 

 

Guy Bourdin per Charles Jourdan, primavera 1979.

 

 

Allievo e protetto di Man Ray, conosciuto a Parigi nel 1950, Guy Bourdin fu conosciuto i primi tempi con lo pseudonimo di Edwin Hallan ma iniziò ad usare il suo nome quando nel 1955 i suoi servizi iniziarono ad essere pubblicati su Vogue Paris per cui lavorò fino al 1987, 4 anni prima della sua morte. Fu proprio Vogue a dare a Bourdin carta bianca sulle sue creazioni e un editore della rivista presentò Bourdin allo stilista di calzature Charles Jourdan per il quale Bourdin realizzò tutte le campagne pubblicitarie dal 1967 al 1981. In quegli anni le campagne pubblicitarie di Jourdan firmate da Bourdin erano le più attese dai media.

 

 

Guy Bourdin per Jourdan, 1979

 

 

 

Bourdin rifiutò tutti i premi che gli furono assegnati anche quello riconosciutogli dal ministero della cultura francese nel Grand Prix National de la Photographie nel 1985.  Il fotografo francese non collezionò mai le proprie opere e aveva espresso la volontà che le sue foto fossero distrutte dopo la sua morte.  Il suo impatto sul mondo della fotografia e della moda è indubbio: fotografi come Mondino, LaChapelle e Knight hanno espresso pubblicamente ammirazione per il collega dicendo di averne tratto ispirazione. Anche il mondo musicale ha preso spunto dal fotografo: Madonna nel video della canzone “Hollywood” ha utilizzato gran parte delle ispirazioni di Bourdin tanto da spingere il figlio del fotografo a farle causa.

 

 

A sinistra gli scatti di Guy Bourdin e a destra Madonna nel video musicale di “Hollywood”.

 

 

 

La narrativa complessa, scomposta, e provocatoria di Bourdin lo rendono uno dei fotografi di moda più influenti del ‘900. Alla sua morte  è stato riconosciuto come uno dei più grandi fotografi di moda di tutti i tempi e, anche,  per questo  la mostra organizzata a Londra, in scena fino al 15 marzo, è un evento assolutamente imperdibile!

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