Yves Saint Laurent: 1971, la collezione dello scandalo!

 

 

Un abito, si sa, deve colpire, stupire, farci innamorare. Non è certo qualche genitale in vista che deve distogliere l’attenzione dal piatto principale. Gli scandali di oggi sono così: come quello, appunto, per la sfilata di Rick Owens alla presentazione della FW2015-16 nella PFW. O come lo scandalo che ha coinvolto John Galliano in quell’episodio di aggressioni e insulti antisemiti nel 2011. Tra gli scandali di ieri invece ci sono episodi ben più interessanti e in tema.

 

 

 

La collezione YSL SS 1971

 

 

 

 

“Cosa voglio? Scioccare la gente, costringendola a pensare”. Questo confidò Yves Saint Laurent nel numero di Vogue Parigi del marzo 1971. Recentemente si è tanto parlato della sua collezione di quell’anno: “Liberation” perché sarà in mostra a Parigi fino al 19 luglio. Se per caso avete intenzione di visitare la bellissima capitale francese non perdetevi l’occasione di far un salto quindi alla mostra organizzata dalla Fondation Pierre Bergé-Yves Saint Laurent per vedere dal vivo la collezione che ha segnato una rottura nella carriera dello stilista Yves Saint Laurent.

 

 

 

 

Il manifesto della mostra e l’ormai iconica pelliccia verde della collezione YSL 1971 indossata da Naomi Campbell nel 2002 per il Retrospective show

 

 

 

E’ stato il più criticato show del designer eppure ha fatto storia dando il via ad un trend retrò che ha poi spopolato in tutto il mondo.  Quello che ha scatenato la critica, il pubblico di conseguenza, ed il mondo della moda in generale è stato il suo voler ricordare e ispirarsi in toto alla moda anni ’40 di Parigi. Gli anni ’40 non erano certo un periodo qualsiasi: c’era l’occupazione nazista, e davvero poco da scherzare.  La moda era dettata dalla durezza del regime e traspare perfettamente nella collezione dello stilista.

 

 

 

 

L’iconica pelliccia della YSL Rive Gauche 1971 è stata acquistata anche da Elton John per la moglie di Bernie Taupin, ed è apparsa nel documentario del 1973 “Elton John and Bernie Taupin Say Goodbye To Norma Jean and Other Things”

 

 

 

 

Ovvio che quello che YSL ha presentato erano abiti lussuosi e seduttivi, ma il richiamo alle giacche dalle spalle squadrate non necessitava spiegazioni: ovviamente la gente non aveva dimenticato. Solo 25 anni prima molti avevano vissuto in prima persona le crudeltà e le atrocità di cui tutti abbiamo sentito parlare. La collezione era quindi interpretata come un affronto.

 

 

 

Giacche dalle spalle squadrate, biti corti drappeggiati, gonne al ginocchio, scarpe col plateau e un trucco marcato: questa la SS1971 YSL che fece scandalo.

 

 

 

Per la prima volta il fashion si scontrava con la storia contemporanea: questo era il vero problema.

YSL: “Non mi interessa se gli abiti drappeggiati ricordano gli anni Quaranta all’ambiente colto del fashion business. Ciò che importa è che le ragazze, che non li hanno mai visti, vogliano indossarli”.

Quella collezione era un vero e proprio manifesto, un manifesto discusso ma pensato e voluto. Non uno scivolone, quindi, ma una collezione che ha segnato la carriera del designer e che ha fatto storia.

 

 

 

 

Yves Saint Laurent e la sua collection Haute Couture del 1971.

 

 

 

Dalla storia per altro si dovrebbe imparare, invece il brand spagnolo Zara lo scorso anno pare proprio non aver tenuto conto del passato. E, per dirla tutta, nemmeno del fatto che dietro la collezione di un genio come YSL c’era appunto il pensiero di un maestro della moda che probabilmente non è stato capito e che avrebbe potuto comunque permettersi quasi qualsiasi cosa. Zara, tanto per restare in tema periodo nazista, realizzò una maglietta che richiamava il pigiama a righe indossato dagli ebrei nei campi di concentramento con la stella di david gialla applicata sul petto. Ritirata dal mercato in pochi giorni ovviamente. Insomma, lasciamo che a lanciare sfide e scelte azzardate sia chi veramente ha le carte in regola per farlo. Sono pochi e le loro battaglie sembrano contro i mulini a vento ma forse ci hanno semplicemente visto giusto in un tempo in cui altri ancora non potevano capirlo.  Solo il tempo poi ci fa notare che in effetti il loro osare docet…. E storia fu.

 

 

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